Già al raggio d'estivo sole biondeggiava la messe nell'arso solco, e
il tempo s'appressava in cui correa la festa della Madonna del Monte.
È un tempio consacrato alla Vergine, sulla cima di un colle alquanto
erto, in cui gli scabri macigni fan testimonianza della vicina
montagna. Essa s'innalza fra la catena delle colline che con diverso
pendìo e vago succedersi or di valli verdeggianti, or di sterili
dirupi, muovono lungo il letto della Copia verso la di lei sorgente.
A metà del colle mezzo ascoso fra il seno delle rocce, le circostanti
alture e le piante, siede il paesetto in dolce pendìo. A lui sovrasta
quasi piramide la cima del monte, sopra cui romita sorge la chiesetta
colla cella del levita che ne ha la cura: conducono a questa varj
tortuosi sentieri, che ora si innalzano sullo scoglio, ora si perdono
nei silenziosi labirinti del bosco. Niuna vetta di opposto monte,
niuna fronda d'importuna pianta adombra il solitario tempio; sicchè
il sole nell'intero suo giro sempre lo indora co' suoi raggi, e
concilia a vederlo da lungi religioso ossequio, perchè ti avvisi
ch'ivi l'aura rifulga, indizio della presenza del nume. A questa
chiesa traggono i terrazzani del sottoposto paese, per essere
addottrinati nella religione de' loro padri, ed ivi coi puri lor
cuori porgono voti innocenti al cielo.
Numeroso e vago è il concorso degli abitatori delle altre colline al
Monte il dì della festa: d'ogni età, d'ogni sesso, eguali di
semplicità di costumi, pari negli abiti e nel cuore, se non che
taluno nella diversa foggia di qualche ornamento accenna la natìa sua
terra. Tutti serbano questo giorno a sollievo delle diuturne fatiche;
ognuno si procaccia far pompa de' più eletti fregi, e ti piace fra
quella semplicità un lusso che è di vezzi anzichè di ornamenti:
ognuno si studia meglio di riuscire gradito altrui o colle grazie o
coll'innocente allegria, sicchè potresti dire che colà si uniscono i
fiori più eletti della campagna.
Ivi fra semplici parlari e liete cure si rinfrescano le vecchie
amicizie e se ne stringono delle nuove; ivi si veggono gli antichi
congiunti, e vi convengono e gli amorosi genitori e le figlie che
andarono lungi a marito, per ritornare ai paterni amplessi. Sovente
s'incontrano taluni che, da gran tempo lontani, pareano dimenticati
dal cuore, si ricordano i trascorsi tempi di felicità; corrono grate
all'animo le fauste novelle; e fra loro batte la gioja le scherzose
penne, senza che mai invido umore ne annebbii il caro sorriso, cui
sovente, fra l'avvicendarsi degli affetti e delle accoglienze oneste
e belle, gode la volubile sorte d'intrecciare inaspettate avventure,
e insidioso amore prepara nuovi nodi e future felicità.
il tempo s'appressava in cui correa la festa della Madonna del Monte.
È un tempio consacrato alla Vergine, sulla cima di un colle alquanto
erto, in cui gli scabri macigni fan testimonianza della vicina
montagna. Essa s'innalza fra la catena delle colline che con diverso
pendìo e vago succedersi or di valli verdeggianti, or di sterili
dirupi, muovono lungo il letto della Copia verso la di lei sorgente.
A metà del colle mezzo ascoso fra il seno delle rocce, le circostanti
alture e le piante, siede il paesetto in dolce pendìo. A lui sovrasta
quasi piramide la cima del monte, sopra cui romita sorge la chiesetta
colla cella del levita che ne ha la cura: conducono a questa varj
tortuosi sentieri, che ora si innalzano sullo scoglio, ora si perdono
nei silenziosi labirinti del bosco. Niuna vetta di opposto monte,
niuna fronda d'importuna pianta adombra il solitario tempio; sicchè
il sole nell'intero suo giro sempre lo indora co' suoi raggi, e
concilia a vederlo da lungi religioso ossequio, perchè ti avvisi
ch'ivi l'aura rifulga, indizio della presenza del nume. A questa
chiesa traggono i terrazzani del sottoposto paese, per essere
addottrinati nella religione de' loro padri, ed ivi coi puri lor
cuori porgono voti innocenti al cielo.
Numeroso e vago è il concorso degli abitatori delle altre colline al
Monte il dì della festa: d'ogni età, d'ogni sesso, eguali di
semplicità di costumi, pari negli abiti e nel cuore, se non che
taluno nella diversa foggia di qualche ornamento accenna la natìa sua
terra. Tutti serbano questo giorno a sollievo delle diuturne fatiche;
ognuno si procaccia far pompa de' più eletti fregi, e ti piace fra
quella semplicità un lusso che è di vezzi anzichè di ornamenti:
ognuno si studia meglio di riuscire gradito altrui o colle grazie o
coll'innocente allegria, sicchè potresti dire che colà si uniscono i
fiori più eletti della campagna.
Ivi fra semplici parlari e liete cure si rinfrescano le vecchie
amicizie e se ne stringono delle nuove; ivi si veggono gli antichi
congiunti, e vi convengono e gli amorosi genitori e le figlie che
andarono lungi a marito, per ritornare ai paterni amplessi. Sovente
s'incontrano taluni che, da gran tempo lontani, pareano dimenticati
dal cuore, si ricordano i trascorsi tempi di felicità; corrono grate
all'animo le fauste novelle; e fra loro batte la gioja le scherzose
penne, senza che mai invido umore ne annebbii il caro sorriso, cui
sovente, fra l'avvicendarsi degli affetti e delle accoglienze oneste
e belle, gode la volubile sorte d'intrecciare inaspettate avventure,
e insidioso amore prepara nuovi nodi e future felicità.