Testo - "Racconti storici e morali" Cesare Cantù

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Le prime amicizie, così candide e verginali, eppure così strette e decisive dell'avvenire, sono attentamente invigilate da essa; sebbene il tenore di sua educazione ha fatto sì che ciascun de' suoi figliuoli prescegliesse per amici quelli che la natura stessa esibì, voglio dire i fratelli, coi quali si hanno comuni gli affetti, i desideri, le speranze, le vicende. O madri, o madri, stringete, rassodate al più possibile questi domestici affetti, chè come la famiglia è il nocciolo della politica convenienza, così le casalinghe affezioni sono la fonte e il suggello delle cittadine virtù. Ma per questo è duopo sbandir le predilezioni, stabilire una perfetta uguaglianza, sulla quale soltanto può fondarsi il reciproco amore, uno studio reciproco di meritare la tenerezza de' genitori, un coraggio ad operare di conserva. Sciagurata quella che predilige uno dei figliuoli; che a quell'uno perdona ogni cosa, ogni cosa concede, a differenza e scapito degli altri! Gli altri nel cucco della mamma non vedono che un emulo; il malavvezzo già fantastica una distinzione indipendente dai meriti, una ingiustizia che giova; e così finisce odiato dagli altri, vano, capricioso, indolente, presuntuoso, ostinato, e quindi infallibilmente infelice.