Liberato dalla prigione, si avvia per tornare a casa della Fata; ma
lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso alla
tagliuola.
Figuratevi l'allegrezza di Pinocchio quando si sentì libero. Senza
stare a dire che è e che non è, uscì subito fuori della città e riprese
la strada che doveva ricondurlo alla Casina della Fata.
A cagione del tempo piovigginoso, la strada era diventata tutta un
pantano e ci si andava fino a mezza gamba.
Ma il burattino non se ne dava per inteso.
Tormentato dalla passione di rivedere il suo babbo e la sua sorellina
dai capelli turchini, correva a salti come un can levriero, e nel
correre le pillacchere gli schizzavano fin sopra il berretto. Intanto
andava dicendo fra sè e sè:
- Quante disgrazie mi sono accadute... E me le merito! perchè io
sono un burattino testardo e piccoso..., voglio far sempre tutte le
cose a modo mio, senza dar retta a quelli che mi voglion bene e che
hanno mille volte più giudizio di me!... Ma da questa volta in là,
faccio proponimento di cambiar vita e di diventare un ragazzo ammodo
e ubbidiente!... Tanto ormai ho bell'e visto che i ragazzi, a essere
disubbidienti, ci scapitano sempre e non ne infilano mai una per il su'
verso. E il mio babbo mi avrà aspettato?... Ce lo troverò a casa della
Fata? È tanto tempo, pover'uomo, che non lo vedo più, e che mi struggo
di fargli mille carezze e di finirlo dai baci! E la Fata mi perdonerà
la brutta azione che le ho fatta?... E pensare che ho ricevuto da lei
tante attenzioni e tante cure amorose.... e pensare che se oggi son
sempre vivo, lo debbo a lei! Ma si può dare un ragazzo più ingrato e
più senza cuore di me?...
Nel tempo che diceva così, si fermò tutt'a un tratto spaventato, e fece
quattro passi indietro.
Che cosa aveva veduto?
Aveva veduto un grosso serpente, disteso attraverso alla strada, che
aveva la pelle verde, gli occhi di fuoco e la coda appuntata che gli
fumava come una cappa di camino.
Impossibile immaginarsi la paura del burattino: il quale,
allontanandosi più di mezzo chilometro, si mise a sedere sopra un
monticello di sassi, aspettando che il serpente se ne andasse una buona
volta per i fatti suoi e lasciasse libero il passo della strada.
Aspettò un'ora; due ore: tre ore: ma il serpente era sempre là, e
anche di lontano, si vedeva il rosseggiare de' suoi occhi di fuoco e la
colonna di fumo che gli usciva dalla punta della coda.
lungo la strada trova un serpente orribile, e poi rimane preso alla
tagliuola.
Figuratevi l'allegrezza di Pinocchio quando si sentì libero. Senza
stare a dire che è e che non è, uscì subito fuori della città e riprese
la strada che doveva ricondurlo alla Casina della Fata.
A cagione del tempo piovigginoso, la strada era diventata tutta un
pantano e ci si andava fino a mezza gamba.
Ma il burattino non se ne dava per inteso.
Tormentato dalla passione di rivedere il suo babbo e la sua sorellina
dai capelli turchini, correva a salti come un can levriero, e nel
correre le pillacchere gli schizzavano fin sopra il berretto. Intanto
andava dicendo fra sè e sè:
- Quante disgrazie mi sono accadute... E me le merito! perchè io
sono un burattino testardo e piccoso..., voglio far sempre tutte le
cose a modo mio, senza dar retta a quelli che mi voglion bene e che
hanno mille volte più giudizio di me!... Ma da questa volta in là,
faccio proponimento di cambiar vita e di diventare un ragazzo ammodo
e ubbidiente!... Tanto ormai ho bell'e visto che i ragazzi, a essere
disubbidienti, ci scapitano sempre e non ne infilano mai una per il su'
verso. E il mio babbo mi avrà aspettato?... Ce lo troverò a casa della
Fata? È tanto tempo, pover'uomo, che non lo vedo più, e che mi struggo
di fargli mille carezze e di finirlo dai baci! E la Fata mi perdonerà
la brutta azione che le ho fatta?... E pensare che ho ricevuto da lei
tante attenzioni e tante cure amorose.... e pensare che se oggi son
sempre vivo, lo debbo a lei! Ma si può dare un ragazzo più ingrato e
più senza cuore di me?...
Nel tempo che diceva così, si fermò tutt'a un tratto spaventato, e fece
quattro passi indietro.
Che cosa aveva veduto?
Aveva veduto un grosso serpente, disteso attraverso alla strada, che
aveva la pelle verde, gli occhi di fuoco e la coda appuntata che gli
fumava come una cappa di camino.
Impossibile immaginarsi la paura del burattino: il quale,
allontanandosi più di mezzo chilometro, si mise a sedere sopra un
monticello di sassi, aspettando che il serpente se ne andasse una buona
volta per i fatti suoi e lasciasse libero il passo della strada.
Aspettò un'ora; due ore: tre ore: ma il serpente era sempre là, e
anche di lontano, si vedeva il rosseggiare de' suoi occhi di fuoco e la
colonna di fumo che gli usciva dalla punta della coda.