Mare, divino Mare, io non credo, non voglio credere che la terra sia rotonda! Miopia dei nostri sensi! Sillogismi nati morti! Logiche defunte!... O Mare, io non credo che tu malinconicamente t'avvoltoli sul dorso della Terra come una vipera sul dorso d'un ciottolo!... L'han dimostrato i Sapienti, che tutto seppero misurarti, e che tutte scandagliarono le tue onde... E che importa?... Nessun sapiente mai saprà comprendere il verbo tuo di delirio!... Sei infinito e divino!... Me lo giurasti, o Mare, col grave giuramento delle tue labbra schiumanti che va da spiaggia a spiaggia, ripercosso dagli Echi attenti e protesi come vedette in agguato. Me lo giurasti, o Mare, coll'irosa tua voce, che i tuoni furiosamente scandono!
Infinito e divino, tu viaggi, o Mare, come un fiume felice della sua vasta pienezza... Oh! chi potrà degnamente cantare l'epitalamio dell'anima mia che nuota nel tuo grembo immenso?... E le nubi abbagliate ti fanno cenni d'invito allorchè senza sforzo ti slanci nella profondità imperscrutabile degli orizzonti!...
Come un fiume dall'acque lustreggianti e venate di fiamme, tu ti slanci, o Mare, dirittamante là, negli orizzonti!... Hanno torto i sapienti che lo negano, poichè spesso ti vidi, in meriggi d'apoteosi, folgoreggiar lontano come una spada d'argento puntata contro l'esasperante perfidia dell'Azzurro implacabile!... Rosseggiante e crudele io ti vidi, implacabilmente brandito contro il fianco carnale d'una sera d'aprile agonizzante fra le capigliature demoniache della Notte!... O Mare! O formidabile spada atta a fendere gli astri! O formidabile spada sfuggita dalle mani infrante d'un Dio moribondo!...
Ed i Tramonti, i sempre diversi Tramonti, sono le sanguinanti ferite che tu apri, o Mare, attraverso il tempo, per vendicarti! per vendicarti!... Che ne dicono i Sapienti? E voi che ne dite, vecchi magici libri, lambicchi eterni, argentee bilance, telescopi obliqui?... D'altronde, checchè dicano, hanno torto, i Sapienti, se negano la tua essenza divina, poichè solo il Sogno esiste e la Scienza non è se non il triste deliquïo d'un Sogno!
Come un fiume sterminato nell'infinito ti sprofondi, e le flessuose Stelle di zaffiro, in metalliche vesti che palpitano e accendonsi alle pieghe, indolenti si sdraiano sulle tue rive! Intanto gli Astri imperiosi dagli elmi aguzzi di fuoco, agili in lor guaìne di smeraldo, s'ergon sulle tue spiagge, stendendo sui flutti le loro braccia di luce, per benedirti, o Mare che t'avventuri via per le azzurre praterie del cielo, ove spargi il tuo desiderio eterno e la tua folle voluttà!... Radiose vene dello Spazio! Sangue puro dell'Infinito!
Vennero a sgambettare sui tuoi promontorî i Sapienti, marionette ridicole sospese agl'intricati fili delle piogge d'autunno, per esplorarti, o Mare!... Tu non sei, per costoro, se non un misero schiavo senza posa atterrato, senza posa flagellato sulla sabbia dai Venti, carnefici tuoi!...
Non si curano, i Sapienti, de' tuoi singhiozzi, nè della tristezza sommergente degli occhi tuoi... Hanno detto che sei l'idropisia d'un mondo decrepito e che nelle curve della terra t'insinui come gli umori malsani per entro i meandri del corpo umano... Altri ti videro inverdire di fiele, di sanie, di bava, e farti rosso ai crepuscoli... Dissero che tu, Mare, senza tregua indietreggi lontano dalle spiagge, e vai morendo miseramente disseccato!... Per essi, non sei che una serpe di cesellato oro giallo, che torcesi a guisa di borchia sul messale aggrinzato della terra... Ma che importa?... I martelli e i trivelli della tua voce, sapranno frantumar facilmente le effimere parole!...
Io che t'amo e t'assomiglio... io che credo alla tua divina potenza, canterò la tua marcia trionfale nello spazio che da parte a parte attraversi spiegando scintillanti acque solenni pettinate dai turbini in seno all'Infinito!... Gonfia tu l'anima mia, o Mare, come una gran vela d'oro!... Batti e sommergi, o Mare, coi tuoi flussi e riflussi di porpora e di raggi la desolata spiaggia del mio cuore!...
Innumeri stelle nostalgiche sono discese nella tua maestosa corrente di fiume, e van frugando a nuoto l'ampio orizzonte, e spiano attente il lontano chiaro estuario dalle eterne frescure, per placare il lor cuore dai rigidi nodi di fiamma, per calmare l'ardore delle loro braccia di luce!...
Affrettati, o Mare!... Tori giganti di vapore, dalle groppe monumentali, scendon - li vedi? - indolenti verso le tue rive, trainando gli enormi carriaggi delle Costellazioni!... Vengono a dissetarsi alle tue lucide acque, e dondolan le teste informi sotto le divergenti corna di fumo, e grondano dalle froge innumerevoli mondi che brillano.
Un prodigio? Un prodigio?... Echi sonori, ripercuotete il grido dello stupore e della gioia!... Il gran miracolo, o Mare, s'è dunque avverato? Sì! Sì! Finalmente nelle mie vene ti sento, o turbolento Mare, o Mare avventuroso!... Eccoti in me, come io ti desidero!... Galoppa or dunque, sotto il tuo gran pennacchio romantico di scarmigliate nuvole... inebbriato galoppa nel mio cuor che s'allarga!... Aizza, aizza l'accanita muta delle tue tempeste abbaianti, e coi tuoi lampi le sferza, perchè feroci s'avventino contro le Stelle nemiche!...
Infinito e divino, tu viaggi, o Mare, come un fiume felice della sua vasta pienezza... Oh! chi potrà degnamente cantare l'epitalamio dell'anima mia che nuota nel tuo grembo immenso?... E le nubi abbagliate ti fanno cenni d'invito allorchè senza sforzo ti slanci nella profondità imperscrutabile degli orizzonti!...
Come un fiume dall'acque lustreggianti e venate di fiamme, tu ti slanci, o Mare, dirittamante là, negli orizzonti!... Hanno torto i sapienti che lo negano, poichè spesso ti vidi, in meriggi d'apoteosi, folgoreggiar lontano come una spada d'argento puntata contro l'esasperante perfidia dell'Azzurro implacabile!... Rosseggiante e crudele io ti vidi, implacabilmente brandito contro il fianco carnale d'una sera d'aprile agonizzante fra le capigliature demoniache della Notte!... O Mare! O formidabile spada atta a fendere gli astri! O formidabile spada sfuggita dalle mani infrante d'un Dio moribondo!...
Ed i Tramonti, i sempre diversi Tramonti, sono le sanguinanti ferite che tu apri, o Mare, attraverso il tempo, per vendicarti! per vendicarti!... Che ne dicono i Sapienti? E voi che ne dite, vecchi magici libri, lambicchi eterni, argentee bilance, telescopi obliqui?... D'altronde, checchè dicano, hanno torto, i Sapienti, se negano la tua essenza divina, poichè solo il Sogno esiste e la Scienza non è se non il triste deliquïo d'un Sogno!
Come un fiume sterminato nell'infinito ti sprofondi, e le flessuose Stelle di zaffiro, in metalliche vesti che palpitano e accendonsi alle pieghe, indolenti si sdraiano sulle tue rive! Intanto gli Astri imperiosi dagli elmi aguzzi di fuoco, agili in lor guaìne di smeraldo, s'ergon sulle tue spiagge, stendendo sui flutti le loro braccia di luce, per benedirti, o Mare che t'avventuri via per le azzurre praterie del cielo, ove spargi il tuo desiderio eterno e la tua folle voluttà!... Radiose vene dello Spazio! Sangue puro dell'Infinito!
Vennero a sgambettare sui tuoi promontorî i Sapienti, marionette ridicole sospese agl'intricati fili delle piogge d'autunno, per esplorarti, o Mare!... Tu non sei, per costoro, se non un misero schiavo senza posa atterrato, senza posa flagellato sulla sabbia dai Venti, carnefici tuoi!...
Non si curano, i Sapienti, de' tuoi singhiozzi, nè della tristezza sommergente degli occhi tuoi... Hanno detto che sei l'idropisia d'un mondo decrepito e che nelle curve della terra t'insinui come gli umori malsani per entro i meandri del corpo umano... Altri ti videro inverdire di fiele, di sanie, di bava, e farti rosso ai crepuscoli... Dissero che tu, Mare, senza tregua indietreggi lontano dalle spiagge, e vai morendo miseramente disseccato!... Per essi, non sei che una serpe di cesellato oro giallo, che torcesi a guisa di borchia sul messale aggrinzato della terra... Ma che importa?... I martelli e i trivelli della tua voce, sapranno frantumar facilmente le effimere parole!...
Io che t'amo e t'assomiglio... io che credo alla tua divina potenza, canterò la tua marcia trionfale nello spazio che da parte a parte attraversi spiegando scintillanti acque solenni pettinate dai turbini in seno all'Infinito!... Gonfia tu l'anima mia, o Mare, come una gran vela d'oro!... Batti e sommergi, o Mare, coi tuoi flussi e riflussi di porpora e di raggi la desolata spiaggia del mio cuore!...
Innumeri stelle nostalgiche sono discese nella tua maestosa corrente di fiume, e van frugando a nuoto l'ampio orizzonte, e spiano attente il lontano chiaro estuario dalle eterne frescure, per placare il lor cuore dai rigidi nodi di fiamma, per calmare l'ardore delle loro braccia di luce!...
Affrettati, o Mare!... Tori giganti di vapore, dalle groppe monumentali, scendon - li vedi? - indolenti verso le tue rive, trainando gli enormi carriaggi delle Costellazioni!... Vengono a dissetarsi alle tue lucide acque, e dondolan le teste informi sotto le divergenti corna di fumo, e grondano dalle froge innumerevoli mondi che brillano.
Un prodigio? Un prodigio?... Echi sonori, ripercuotete il grido dello stupore e della gioia!... Il gran miracolo, o Mare, s'è dunque avverato? Sì! Sì! Finalmente nelle mie vene ti sento, o turbolento Mare, o Mare avventuroso!... Eccoti in me, come io ti desidero!... Galoppa or dunque, sotto il tuo gran pennacchio romantico di scarmigliate nuvole... inebbriato galoppa nel mio cuor che s'allarga!... Aizza, aizza l'accanita muta delle tue tempeste abbaianti, e coi tuoi lampi le sferza, perchè feroci s'avventino contro le Stelle nemiche!...