Testo - "Ben Hur: Una storia di Cristo" Lewis Wallace

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Di quando in quando alzava gli occhi, ed essi erano grandi e scuri.
Era vestito con abiti comunissimi nell'oriente, abiti di cui però
non può esser fatta una descrizione minuta, perchè egli era nascosto
sotto una piccola tenda sul dorso di un dromedario bianco, gigantesco.
I popoli dell'occidente forse non si sono ancora abituati a veder i
cammelli in assetto per la traversata del deserto. Altre cose, può
essere, li avrebbero disinteressati a poco a poco, non questa, per la
quale, ogni volta, si sentono massimamente attratti. Anche alla fine
di lunghi viaggi, compìti insieme a carovane, anche dopo anni ed anni
di permanenza fra i Beduini, i nativi dell'ovest, in qualunque posto
si trovino, si fermano ed attendono i cammelli quando sanno ch'essi
debbono passare. Il fascino di questi enormi quadrupedi non è nella
figura ridicola, nei movimenti poco aggraziati, nel passo silenzioso, o
nel camminare pesante: come le navi forman l'ornamento più gentile del
mare, così gli animali del deserto sono, per il deserto, l'ornamento
migliore. Nel cammello esso ha un misterioso rappresentante, di
modo che, mentre noi lo guardiamo, il nostro pensiero si trasporta
di riflesso sui misteri che incarna e in ciò consiste il miracolo
dell'attrazione inspirataci.

Il quadrupede, che usciva ora dal canale, avrebbe potuto pretendere
il solito omaggio dei curiosi. Il colore e l'altezza del corpo,
la grandezza del piede, un complesso, non grasso ma muscoloso; un
collo lungo, sottile, ricurvo come quello di un cigno; il muso, con
uno spazio largo fra gli occhi, e terminato a punta, in modo che
un braccialetto femminile avrebbe potuto rinchiuderlo; l'andatura a
passi lenti, cauta e sicura; tutto certificava il suo sangue siriano,
assolutamente impareggiabile. Portava il solito frontale, che gli
copriva la fronte, con una frangia scarlatta, e gli guarniva il collo
con delle catene di rame, pendenti, ognuna delle quali terminava con
un campanello d'argento dai leggeri tintinnii; però, al frontale, non
si accompagnavano le redini per il cavaliere nè la cinghia di cuoio
pel servo conducente. La sella, posta sul dorso, era una meraviglia,
e presso qualsiasi popolo, che non fosse stato quello dell'Oriente,
sarebbe derivata fama d'inventore a chi ne avesse costruita una di
simile. Consisteva in due casse di legno, appena lunghe un quattro
piedi, bilanciate, e pendenti una per parte; all'interno erano
foderate, tappezzate, ed accomodate in modo da permettere al padrone di
sedere o di giacere, mezzo sdraiato; sopra tutto questo ammennicolo,
poi, era distesa una tenda verde, assai larga di dietro, tenuta ferma
da cinghie e da correggie di cuoio strette fra loro da innumerevoli
nodi. Così gl'ingegnosi figli di Cush avevano cercato di rendere comoda
la via soleggiata del deserto lungo la quale si recavano tanto per loro
dovere come per loro piacere.